domenica 24 aprile 2011

Vocazione alla felicità.

Dopo una lunga giornata trascorsa fuori casa, due ragazze, probabilmente sorelle, si ritrovano in camera loro; sono distese ognuna sul proprio letto. Dopo attimi intervallati da sospiri e sbadigli si voltano l’una verso l’altra, si guardano in viso e ridono, prima piano, poi sempre più forte fino a ridere a crepapelle.

Le due sorelle non ridono per qualcosa di concreto, il loro riso non ha oggetto, il fatto di esserci provoca gioia: l’essere che gioisce perché “è”.

Questo è l’incipit del “manifesto della gioia”, scritto da Annie Leclerc, una filosofa e militante femminista francese. La jouissance, che è dolce, onnipresente e continua. Per la donna, tutto è un piacere: anche mangiare, bere, orinare, defecare, toccare, udire, o semplicemente esserci.

Vivere significa farsi sentire, far valere le proprie motivazioni, manifestare, rivendicare un’autentica libertà.

Màrgara Russotto, scrittrice palermitana di nascita, venezuelana di adozione, nella sua poesia Tra tutte quelle che sono denuncia gli abusi dell’interpretazione del patriarca che vorrebbe controllare il discorso della donna, fermare il suo desiderio, frenare il riso senza motivo, regolamentare la sua identità a piacimento, avere il controllo del suo corpo.

Riconoscere gli abusi per combatterli, promuovere coscienza, consapevolezza del proprio genere: questo è l’obiettivo primario del collettivo di Sorellanza e libertà, nato a Palermo lo scorso 27 novembre.

Il gruppo nasce dal bisogno di creare una rete di relazioni di vicinanza e collaborazione che permetta ad ognuna di riflettere sulla situazione personale ma anche generale della condizione femminile. Punta a maturare tra i suoi membri un’identità femminile, riconoscerne i limiti e individuare le potenzialità; scoprire i diversi modi di essere donne, cercare di far convergere le diversità nel primo timido obiettivo di stare bene insieme, di sentirsi bene con se stesse.

È fondamentale mettersi in discussione, sforzarsi di comunicare, di condividere, abbandonando la competizione estetica, intellettiva, economica o di altra natura, che troppo spesso non permette uno scambio reciproco.

Io sono ciò che sono in virtù di ciò che sono gli altri: è quanto afferma l’ideologia africana dell’ubuntu, che si focalizza sulla lealtà e sulle relazioni reciproche delle persone.

Il collettivo è soprattutto luogo di crescita personale, perciò invito tutte le ragazze che sono interessate e curiose a conoscere il progetto di partecipare alle riunioni, che si tengono una volta alla settimana in via Principe di Belmonte, al numero civico 47, di fronte a Piazza Ignazio Florio.

Palermo rincalca le orme tracciate dal collettivo Maripose di Genova, con la speranza che altre città italiane rispondano alla chiamata.

Un sano riscontro tra donne permette un migliore approccio con l’altro sesso, che spesso ci intimidisce e viene a sua volta intimidito a causa della diversità di sentire il mondo.

Virginia Woolf quando scrisse “Orlando” – A biography – insisteva sul fatto che l’essere umano è essenzialmente androgino, in ogni persona convivono una parte maschile e una femminile, entrambe da esplorare con naturalezza. Sta a noi interpretare il messaggio.

L’essere umano ha una vocazione alla felicità, solo attraverso la comprensione e la collaborazione reciproca dei sessi può sperare di raggiungerla.

Bibliografia:

Il diario intimo di Suor Juana, Poema apocrifo, Màrgara Russotto.

Care ragazze, un promemoria, Vittoria Franco.

Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf.

Orlando, Virginia Woolf.

Con voce di donna, Etica e formazione della personalità, Carol Gilligan.http://www.blogger.com/img/blank.gif

Il potere di unire, Femminile, desiderio, cura, Elena Pulcini.

Melanie Klein, La madre, la follia Kristeva Julia

Etica della differenza sessuale, Lucy Irigaray

La democrazia comincia a due, Lucy Irigaray

Vita activa, La condizione umana, Hannah Arendt.

Pubblicato originariamente
su Die Brucke
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