conosco la sua storia e quella di Rita ma grazie al sito dell'associazione dedicata a lei,
ho avuto il piacere e l'onore di leggere le pagine di diario di questa giovane creatura,
devo dire che non mi sono sentita semplice spettatrice di ciò che è successo,
mi sono sentita chiamata in causa,
è vero quanto scritto da Rita,
''la mafia siamo noi, occorre fare un esame di coscienza''
il solo semplice fatto di dire
''e io che posso fare?''è un atto di codardia.
Faccio parte di un collettivo di giovani donne, a Palermo, la chiamiamo Sorellanza.
Ci impegniamo giorno per giorno per costruire un'identità femminile, confrontandoci con altre donne,
coinvolgendole nelle varie attività culturali che organizziamo,
sostenendoci a vicenda, valorizzando le nostre potenzialità per metterle al servizio delle altre, io per esempio scrivo.
Sono molto legata alla mia famiglia e mi piace scrivere delle loro esperienze.
Il tema della giustizia sociale mi è molto caro e sono convintissima che ognuno nel nostro piccolo possa fare qualcosa.
Scrivere, rendere testimonianza, tramandare è importantissimo.
Quando ho scritto un saggio su Peppino Impastato mi sono sentita coinvolta emotivamente
ma anche intellettualmente perchè su Peppino si scrive tanto ed è stato difficile
rileggere la storia di Peppino in un modo diverso.
Ci ho provato, grazie all'aiuto del Centro Impastato e le loro documentazioni.
Adesso stavo pensando a come sia possibile rileggere la storia di Rita, la sua storia.
Rita si è ribellata ad un sistema mafioso che era interno alla sua famiglia
come lo era in quella di Peppino
solo che Felicia era diversa da Giovanna.. Giovanni era diverso da Nicola,
mi chiedo com'era Giovanna? è vera la storia che ruppe la lapide di sua figlia?
Io davvero stento a crederci.
Mi sento male a pensarci.
Penso che raccontare di lei e Rita non sia solo raccontare una storia di denuncia ,di legalità,
di eroine, (non ci credo alle eroine)
la vedo soprattutto come una storia di solidarietà tra donne,
è una storia anche sulla solitudine che ha provato Rita, sul senso di abbandono.
Di lei e di Rita si scrive poco e pochi sanno com'è andata veramente.
Le sarei grata se mi raccontasse di Rita, di lei e se vorrà vorrei farle anche qualche domanda.
Scusi se mi sono dilungata troppo.
Un abbraccio solidale e sincero.
Rosalba
Articolo su Rita Atria